Abbiamo fermato un’esecuzione da parte di Equitalia !

Nel video qui accanto troverai tutta la spiegazione su come abbiamo fermato un’esecuzione di Equitalia nei confronti di un nostro cliente.
In data 19 agosto, ItaliaOggi ha pubblicato un articolo che ci vede protagonisti. Il tribunale ha fermato un’esecuzione di Equitalia ai danni di un nostro cliente, cui avevamo presentato una proposta di ristrutturazione dei debiti fiscali secondo l’Art. 182-ter. Il tribunale ha ritenuto che in pendenza della richiesta di 182-ter si dovessero sospendere tutte le esecuzioni e bloccare i ruoli. Questa è una grande notizia perché la normativa non prescrive nulla a riguardo!

Se preferisci leggere, qui sotto troverai tutta la trascrizione del video, nel frattempo ti lascio con il link alla pagina del servizio sulle Soluzioni Crisi Aziendali: https://www.imprenditoreitaliano.it/soluzioni-crisi-aziendali/ristrutturazione-debiti-e-soluzioni-crisi-aziendali/

Il link al video dove parlo solo del 182 ter: https://www.imprenditoreitaliano.it/2017/01/26/videoformazione-crisi-aziendali-il-concordato-fiscale-182-ter/

E il link all’articolo pubblicato sul giornale ItaliaOggi sull’esecuzione che abbiamo fermato: https://tinyurl.com/y9th5ecp

Ecco la trascrizione del video:
L’Art. 182-ter prevede il tentativo di trovare un accordo fra un’azienda e lo Stato. L’azienda propone allo Stato di pagare i debiti con i redditi futuri, evitando il ricorso a procedure esecutive (compreso il fallimento) che rischierebbero di essere poco soddisfacenti per il creditore-Stato.

L’accordo ex Art. 182-ter consente di rinegoziare il debito anche con lo stralcio (persino dell’IVA!), in modo tale che il piano sia compatibile con il cash flow prodotto in futuro. Ora il problema è che tale accordo non diventa automaticamente operativo.

L’ azienda propone il piano di ristrutturazione, facendolo asseverare da un professionista che ne attesti la validità ai fini della soddisfazione del creditore Stato. Nell’asseverazione, il professionista attesta anche che il piano proposto sia la migliore soluzione possibile per lo Stato.
Lo Stato è costretto ad accettare, poiché altrimenti si verificherebbe una situazione paradossale: la non accettazione del piano da parte dei funzionari pubblici addetti alla trattativa corrisponderebbe all’accettazione della possibilità di recuperare solo una minima parte del debito (l’esecuzione e il fallimento, infatti, non ne garantiscono l’intero recupero). Così agendo, però, violerebbero l’Art. 28 della Costituzione, per il quale un dipendente dello Stato non può ledere un diritto che quest’ultimo vanta (nella fattispecie la restituzione totale di un debito).
Siccome la trattativa è un processo complesso, può richiedere molto tempo; nel frattempo, i procedimenti intrapresi dal creditore-Stato non sono sospesi ma vanno avanti.
In Italia, però, esiste il principio di buona fede e correttezza, per cui, se io sto trattando con te in vista di un accordo, tu non mi puoi pugnalare alle spalle.
Cosa abbiamo fatto in concreto? Equitalia ha dapprima pignorato dei beni aziendali e portato avanti la procedura esecutiva con la loro vendita all’asta. Nel frattempo abbiamo presentato il piano ex Art. 182-ter che, mediante l’asseverazione del professionista, attesta che il piano è la soluzione migliore di qualunque procedimento esecutivo o fallimentare.
Ciò equivale a dire: “Guarda Stato che non puoi rifiutare il piano, non puoi andare contro il tuo stesso diritto, perché io ti sto proponendo di prendere più soldi di quelli che otterresti in caso di fallimento”. Di fatto, il tribunale ha sospeso l’esecuzione nella mora della trattativa.