Supponiamo sia nostra intenzione di recarci presso un istituto di credito del quale non siamo mai stati clienti per chiedere nuova finanza.
Come si può immaginare la nostra richiesta di affidamento sarà sottoposta ad una attenta valutazione in base alla quale verrà assegnato un rating all’operazione.
Un rating bancario si sviluppa su due linee logiche:
- La prima determina la probabilità di insolvenza e cioè, in altre parole, la capacità che ha l’azienda debitrice di rimborsare il debito.
- La seconda determina la perdita in caso di insolvenza e cioè, in altre parole, quanto sarà in grado di recuperare l’istituto di credito nel caso in cui il debitore non riuscisse più a pagare.
Di conseguenza avremo:
Come si vede dallo schema logico la garanzia non modifica la probabilità d’insolvenza di una operazione, ma modifica soltanto la perdita in caso di insolvenza. Quindi, contrariamente a quanto molti credono, le garanzie vengono valutate solo in una seconda fase. In prima istanza viene valutata la solidità finanziaria dell’azienda.
Per quanto riguarda la determinazione del rating aziendale la valutazione si sviluppa su tre differenti aree:
- Analisi economico finanziaria storica
- Analisi della strategia competitiva aziendale e prospettive del settore
- Analisi del progetto di investimento
Queste tematiche, molto complesse, verranno approfondite in una prossima scheda.
Per quanto riguarda invece il rating del credito la valutazione viene fatta su due elementi:
- Il valore e la liquidabilità del patrimonio
- Il valore e la liquidabilità delle garanzie
In merito al primo elemento l’istituto di credito considera il patrimonio aziendale (assets attivi) a valori di liquidazione. La stessa cosa vale per le garanzie reali fornite, mentre per quanto riguarda le garanzie fideiussorie si valuta l’entità e la liquidabilità del patrimonio del fideiussore.
Questi valori vengono poi ponderati dal tasso di recupero vale a dire la probabilità, espressa in termini percentuali, che i valori stimati vengano effettivamente recuperati.
Il fornire opportune garanzie non modifica, come si è visto, il profilo di rischio, ma modifica la perdita per la banca in caso di insolvenza e di conseguenza si possono ottenere vantaggi quali:
- Minor costo dell’operazione (il rischio percepito è minore)
- Maggiore entità del credito concesso
Oltre alle garanzie fornite direttamente dall’azienda o dai soci gli istituti di credito valutano molto positivamente le garanzie fornite da “istituzioni” quali:
I Confidi
Sappiamo che i Confidi sono organismi senza scopo di lucro che svolgono l’attività di garanzia collettiva dei fidi. La loro funzione quindi è quella di favorire l’accesso al credito delle imprese associate. Operano con principio di mutualità, consentendo alle imprese di piccole e medie dimensioni di offrire garanzie migliori. Particolare attenzione va posta tuttavia alla tipologia del Confidi (es. Intermediario Vigilato ai sensi art. 107 TUB).
Fondo (Statale) di Garanzia
Il fondo di garanzia per le PMI è destinato alle piccole e medie imprese e ai professionisti di ogni settore per qualunque operazione finanziaria nell’ambito dell’attività imprenditoriale. L’intervento del Fondo assistito dalla garanzia dello Stato abbatte il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro, facilitando l’accesso al credito. Gli interventi del Fondo di Garanzia hanno, ai fini di Basilea, la ponderazione «di STATO», cioè hanno rischio zero con grande vantaggio sia in termini di costo, sia in termini di quantità di credito ottenibile.
Come accedere alle garanzie Confidi o Fondo di Garanzia lo vedremo in una prossima scheda.
Errore concettuale
E’ comunque un errore pensare che le banche cerchino la garanzia come unica condizione del fare un’operazione. Non è così. Avere delle buone garanzie certamente da grandi vantaggi ma, come abbiamo visto, la prima valutazione degli istituti di credito riguarda la solvibilità dell’azienda e pertanto la migliore opzione è presentarsi agli istituti di credito mostrando una situazione finanziaria solida ed equilibrata.
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